Clostridium.. ehm clostridiOIDES difficile - seconda parte



Diagnosi
La diagnosi di una infezione da clostridioides difficile (CDI) richiede la presenza di sintomi tipici e un referto fecale. Il paziente senza diarrea non va testato per CD. Alternative diagnostiche sono la diagnosi endoscopica o quella istologica postcolectomia.
Nel campione fecale viene eseguito inizialmente un test di screening ad alta sensibilità, che se negativo, esclude la CDI. Il test di screening può essere un ELISA per il GDH-Ag (antigene della glutamasodeidrogenasi) o la PCR per il gene che codifica la sintesi della tossina. Quest'ultima, se positiva, non assicura però la presenza di ceppi tossinogeni.

Se lo screening è positivo, viene effettuato un test enzimatico (ELISA) ad alta specificità per la ricerca delle tossine A/B. Questo test però è poco sensibile, anche perché le tossine possono decomporsi fino a che raggiungono il laboratorio. In questi casi, se prima si è testato il GDH-Ag, si può cercare il gene della tossina per escludere ceppi tossinogeni. Se pure questo è positivo, si rifinisce nell'ambito indeterminato, in cui resta solo la decisione clinica di trattare il paziente. Ripetere i test non aumenta la sensibilità, ma il numero di falsi positivi.

Prevenzione
I pazienti con diarrea vanno isolati, bisogna indossare DPI. Nota bene: il disinfettante ad alcool non elimina le spore, è necessario lavarsi le mani con il sapone. Dopo 48 ore di assenza di diarrea è possibile rimuovere l'isolamento.

Terapia
Terapia sintomatica della diarrea. L'antibiotico provocante va fermato, questo accorgimento da solo porta ad una guarigione in 2-3 giorni del 15-23% dei pazienti.

Finora le linee guida tedesche, che però risalgono al 2015, consigliano come prima scelta il metronidazolo per la maggior parte dei casi e la vancomicina per i quadri gravi. In realtà diversi studi dimostrano che la vancomicina è superiore rispetto al metronidazolo anche per i quadri lievi e moderati, sì che le linee guida americane la indicano come prima scelta. Dal 2012 è disponibile sul mercato europeo la Fidaxomicina, una macrociclina. Due studi multicentro (2011 e 2012) hanno paragonato 10 giorni di terapia con Fidaxomicina (200 mg 2xdie) con 10 giorni di terapia con Vancomicina (125mg 4xdie) con percentuali di guarigione paragonabili (circa 85%), ma una quota di recidive inferiori per la fidaxomicina (15 contro 25%).
C'è pure un'altro aspetto importante nell'uso diffuso della vancomicina: il suo uso aumenta la prevalenza dei VRE (enterococchi vancomicinaresistenti). Il lato negativo della fidaxomicina è il suo prezzo elevatissimo che ne riduce la sua applicazione clinica.
In caso di recidiva, si provano di nuovo o vancomicina o fidaxomicina.



Nella terza parte si parla di profilassi e di refrattarietà alla terapia.

Commenti

Post popolari in questo blog

IRP - Integrated Relaxation Pressure

Ascite e dintorni - Pillole diagnostiche

Peste nera e selezione naturale