Saggio sulla metallurgia e sul lascito
Ovvero, sull'emocromatosi ereditaria.
Caratteristiche principali
È una sindrome caratterizzata da ipersiderosi dovute a mutazioni genetiche del metabolismo del ferro. Il ferro viene assorbito in eccesso e si deposita in diversi organi, tra cui il fegato, il cuore, il pancreas, l'ipofisi, le articolazioni, altri organi endocrini e cute. Ha un decorso molto lento, i maschi diventano sintomatici nella quarta-quinta decade, le donne, grazie alle mestruazioni, molto più avanti. Nella forma conclamata presenta tipicamente cirrosi, diabete mellito e iperpigmentazione della cute. Patogenesi
L'escrezione di ferro dal corpo non è regolata. Il suo accumulo è quindi dipendente solo dal suo assorbimento sregolato intestinale. Il paziente con emocromatosi accumula 0.5-1 grammi all'anno. I sintomi insorgono dopo un accumulo di circa 20 grammi.
Il principale regolatore dell'assorbimento del ferro è una proteina epatica, l'epcidina, codificata dal gene HAMP sul cromosoma 19. L'epcidina inibisce la ferroportina, la proteina transmembrana che permette il passaggio del ferro dall'enterocita nel sangue. Inibisce pure il rilascio di ferro dai macrofagi. Nell'emocromatosi la produzione di epcidina è mancante.
Geni e proteine coinvolti
Nelle forme giovanili dell'emocromatosi ereditaria (prima dei 30 anni) sono presenti mutazioni dell'HAMP e dell'HFE2 (responsabile per l'emojuvelina che regola la trascrizione di epcidina).
Le forme adulte sono causate quasi sempre da mutazioni dell'HFE sul cromosoma 6, raramente del TFR2, tutti coinvolti nella regolazione della sintesi di epcidina.
Diagnosi
Con la scoperta dei geni responsabili dell'emocromatosi, in presenza di sospetto di sovraccarico di ferro (ferritina >1000 µg/l, saturazione della transferrina >45 %) solo raramente si fa la biopsia epatica. Importante è l'analisi genica, nell'adulto si testa inizialmente solo per mutazioni dell'HFE.
Terapia
Salasso, salasso, salasso.
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